Come affrontare la richiesta di velocità e il time to market nella food industry? La chiave è nell'innovazione della supply chain

Come affrontare la richiesta di velocità e il time to market nella food industry? La chiave è nell'innovazione della supply chain

Secondo Gartner accorciare il time to market aumenta i profitti e questo vale ancora di più nel comparto del food and beverage, dove il valore dei prodotti dipende anche dal grado di freschezza. Ma come farli giungere rapidamente dal produttore al consumatore garantendo la sicurezza che ci offrirebbe il contadino di fiducia? Il segreto è controllare la filiera, trasformandola in una supply chain 4.0.

Demand driven supply chain: il ruolo dell’AI

Diversamente dai più pressapochisti metodi tradizionali, la DDSC prevede di programmare produzione e scorte in base all’effettiva domanda attuale, approfittando di big data, capaci di riflettere la concreta situazione del momento. Un esempio sono gli avvisi inviati dall’Iot o gli input provenienti dai partner della filiera logistico produttiva, cui si devono aggiungere le analisi di mercato e dei trend emergenti. Ovviamente, per valorizzare un tale patrimonio informativo servirà una suite di intelligenza artificiale, in grado di automatizzare la raccolta e l’elaborazione di grandi numeri e di garantire previsioni accurate, per rispondere immediatamente ai bisogni della clientela.

IoT: l’innovazione tecnologica in agricoltura pervade la filiera

L’Internet of Things ha ormai trasformato l’intera catena del valore dell’Agrifood. Tutto comincia sui campi, dove wearables, attrezzature smart, sensori e droni lavorano all’unisono per collezionare una miriade di informazioni, con l’obiettivo di migliorare la resa produttiva, mitigando le incertezze intrinseche al settore. Ma l’Iot è altrettanto fondamentale per le imprese di trasformazione che, grazie a dispositivi intelligenti come RFid e QR codes, possono velocizzare le attività di magazzino, la gestione delle scorte e il controllo qualità. Per non parlare degli avvisi automatici in caso di guasti all’infrastruttura o di bisogno di manutenzione dei macchinari, che prevengono costosi downtime e allungamenti del time to market. Per finire, a beneficiare di questi sistemi di ultima generazione sono le imprese di trasporto, che li utilizzano per monitorare temperatura e umidità dei carichi e per tagliare i tempi di consegna e, naturalmente, i clienti finali, desiderosi di prodotti freschi e nutrizionalmente validi, magari corredati di etichette “parlanti” scannerizzabili con lo smartphone.

Sincronizzazione, trasparenza e sicurezza: prodotti tracciati dal campo alla tavola con la Blockchain

Visibilità, collaborazione e automazione sono i punti cardine dell’ottimizzazione della supply chain. La sua agilità non può prescindere dalla comunicazione tra gli attori della catena e da passaggi razionalizzati e tracciati che, insieme agli errori, minimizzino il time to market. Ecco spiegata l’importanza di applicativi di Blockchain come quelli forniti da Exprivia e SAP, cloud based e capaci di seguire l’intero ciclo di vita degli alimenti e dei singoli ingredienti che li compongono. Ma i vantaggi non finiscono qui: i dati sull’origine e sulla trasformazione di materie prime e semilavorati, grazie ai permessi estesi, possono essere facilmente condivisi, mentre la crittografia permette di risalire agevolmente a eventuali step non conformi, di sveltire i richiami e ritirare dal mercato solo i lotti incriminati. In questo modo la Blockchain, insieme ai costi e al tempo di approvvigionamento dei prodotti, abbatte lo spreco alimentare, con vantaggi significativi sia per il business che per il pianeta.

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